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Veronica Costa

Ebbene sì: ChatGPT (https://openai.com/chatgpt/) è il fenomeno del momento, proprio come prima di lui il metaverso e la blockchain. Non solo ha scatenato l’interesse di tutto il mondo registrando un milione di utenti in appena una settimana, ma è arrivato anche ad essere uno dei principali investimenti sul mercato attuale.

Con una premessa del genere… un approfondimento sul vCloud blog era d’obbligo.

ChatGPT: COS’È E COME FUNZIONA

ChatGPT non è altro che una chatbot che utilizza l’intelligenza artificiale conversazionale (che ultimamente ha fatto passi da gigante) in grado di comprendere testo e suggerirlo, effettuare traduzioni e produrre contenuti o notizie informative.

La particolarità di questo strumento è indicata nel nome stesso: GPT, infatti, sta ad indicare che la chat è di tipo Generative Pre-trained Tranformer (trasformatore pre-addestrato generativo). La parola Transformer, a sua volta, indica che il modello di linguaggio utilizzato si basa su Machine Learning e sul Natural Language Processing e questo fa sì che l’apprendimento del bot avvenga per supervisione e per rinforzo, grazie all’interazione uomo-macchina.

Traducendo tutto in parole povere, possiamo dire che grazie alle persone che ci conversano, ChatGTP è in grado di addestrarsi e comprendere le caratteristiche del testo fornito dall’umano, in modo da riprodurle e fornire a sua volta risposte molto simili, lunghe, pertinenti, complesse… con totale naturalezza.

A rilasciare l’attuale versione è stata openAI, un’organizzazione no profit per la ricerca sull’intelligenza artificiale, che ha attirato su di sé complimenti e critiche. Infatti, se da un lato c’è chi considera tutto ciò come una vera e propria rivoluzione tecnologica e ne vede le infinite opportunità, dall’latro che chi non è entusiasta e parla di inizio di apocalisse tecnologica, in pieno stile black mirror.

 

ChatGPT: UN POTENZIALE ALLEATO DELLA CRIMINALITÀ INFORMATICA

La cosa certa è che l’avvento di questa tecnologia potrebbe stravolgere pian piano la società, in molteplici aree… tra cui quella della sicurezza informatica: in che modo?

In tanti hanno già posto domande del genere a chatGPT stesso, che ha risposto di non rappresentare alcun rischio per la sicurezza degli utenti e dei dati, in quanto il suo ruolo è esclusivamente quello di aiutare gli utenti.

In ogni caso, bisogna far attenzione al fatto che le chatbot rispondono nel modo in cui sono state addestrate a farlo: non si tratta infatti di macchine pensante, bensì di macchine che si basano su enormi quantitativi di dati.

Infatti, si pensa che un criminale informatico grazie alle potenzialità attuali di chatGPT, potrebbe:

  • Potenziare le mail di phishing ed iniziare vere e proprie campagne di spear phishing, che risulteranno più efficaci, con stile e ortografia migliori;
  • Creare script dannosi e malware, grazie alla replica ed alla combinazione di stringhe di codice dannoso inserite dall’hacker;
  • Preparare attacchi di social engineering con più facilità;

CONCLUSIONI E POSSIBILI RISVOLTI

Gli esperti di cyber security, però, al momento si dicono tranquilli ed in grado di rilevare, fronteggiare e neutralizzare queste problematiche… quindi, almeno fino ad oggi, chatGPT non rappresenta un reale pericolo.

Al contrario, lo strumento potrebbe rivelarsi utile nella lotta contro il male, ad esempio fornendo aiuto nella ricerca di vulnerabilità da correggere, nel coding o ancora nella gestione delle informazioni.

In ogni caso, il nostro rapporto con questa applicazione, e con l’AI in generale, è ancora ad uno stato larvale e quindi non resta che mantenere una posizione moderata a riguardo, attenendo gli sviluppi che arriveranno.

Chissà come cambierà la nostra relazione con le macchine d’ora in poi, magari verranno abbattute anche alcune frontiere che nel presente ci sembrano insormontabili. Quando si tratta di progresso tecnologico, infatti, ciò che oggi ci sembra lontano, un domani potrebbe essere la normalità.

Basta pensare alla fotografia che, ai suoi albori, venne criticata perché si pensava che non potesse sostituire la bellezza della pittura… non serve dire quanto il nostro pensiero sia cambiato.

Ed è quasi scontato che la cosa ricapiterà.

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